economia collaborativa

Benefici dell’economia collaborativa


Economia collaborativa e sharing economy sono termini che nell’ultimo decennio si sono imposti sempre di più all’attenzione generale come nuovo paradigma di sviluppo. La precedente fase economica era segnata dalla competitività tra le aziende quale ingrediente fondamentale dello sviluppo capitalistico. Oggi invece parliamo di un cambiamento di asset. Alla competizione si preferisce la collaborazione. In questo articolo cercheremo di spiegare cos’è l’economia collaborativa e che benefici può portare.

Cos’è l’economia collaborativa?

Questo termine lo abbiamo già incontrato negli articoli del nostro ecoblog, esso rappresenta un architrave della sostenibilità sociale. Introdurre un sistema economico basato sulla collaborazione degli attori permette certamente vantaggi significativi. Il termine economia collaborativa probabilmente viene introdotto nel 2010 con l’uscita del libro “Il consumo collaborativo – quello che è mio è anche tuo”. Gli autori Botsman e Rogers hanno teorizzato un modello in cui si promuovono forme di consumo consapevole che non si basa sulla proprietà e sull’acquisto di un bene o di un servizio, ma sull’accesso e sull’uso.

“Una nuova modalità di mercato in cui le relazioni tra gli individui si sviluppano in modo orizzontale e si basano su meccanismi di fiducia e reputazione”. Il contributo di Wikipedia a questa definizione chiarisce ancora di più un aspetto importante di questa nuova forma di economia.

Da quale esigenza nasce l’economia collaborativa?

Sicuramente le incertezze economiche di questi primi 20 anni del nuovo Secolo hanno giocato un ruolo fondamentale nel pensare e nel diffondere questo modello. Un mondo in cui le risorse economiche e ambientali improvvisamente non sembrano più illimitate richiede la definizione di un modelloche ottimizzi le risorse, tagli i costi e minimizzi le barriere economiche d’accesso a certi beni e servizi.

In questo modo, grazie alla collaborazione è possibile dare a tutti una possibilità ed aumentare in modo etico la competitività.

Infine, lo sviluppo delle piattaforme digitali ha reso possibile la diffusione di una cultura della condivisione.

Una volta definito cos’è, vediamo quali benefici può generare questa forma di economia.

I benefici dell’economia collaborativa

  • Ridurre gli impatti ambientali: senza ombra di dubbio un sistema che si basa sulla condivisione di beni e servizi ha immediatamente un impatto positivo sull’ambiente. Meno merci prodotte, meno emissioni di CO2 nell’aria per esigenze produttive e di spostamento di veicoli si traduce subito in meno inquinamento.
  • Rafforzamento della comunità: spesso si ritiene che la sostenibilità sia solo qualcosa che abbia a che fare con la cura del nostro ambiente. Non viene sottolineato come la sostenibilità si debba sposare anche con la componente sociale (ed economica), andando a rafforzarla e a stimolarla. I meccanismi di economia collaborativa permettono di fare crescere una comunità perché sono di per sé aggregativi ed incoraggiano la nascita di nuove iniziative a livello locale.
  • Accelerare i processi di sviluppo sostenibili: questo è un effetto dei primi due punti. Per quello che abbiamo visto prima, l’economia collaborativa porta ad aumentare la velocità con cui lo sviluppo sostenibile possa imporsi.
  • Maggiore qualità dei servizi e dei prodotti: in un’ottica di condivisione, in cui c’è un maggiore accesso alle risorse di consumo queste dovranno essere certamente migliori e più performanti. Abbiamo visto che l’economia collaborativa è una modalità di mercato orizzontale che si basa sulla fiducia e trasparenza e pertanto questi ingredienti non possono che migliorare i prodotti ed i servizi generati.
  • Maggiore flessibilità del mercato: i tempi si evolvono, le esigenze delle persone anche. Un nuovo modello economico di condivisione è pensato per andare oltre ai vecchi schemi tempistici del mercato. Un nuovo bilanciamento del rapporto vita lavoro, lo smart working e l’online collaboration permettono di attivare collaborazioni in ogni angolo del mondo e generare nuove forme di collaborazione meno ingessate e più dinamiche.
  • Here to stay: l’economia collaborativa non è una moda del momento, ma come si dice in lingua inglese è un here to stay, ovvero qualcosa che difficilmente sarà reversibile. L’attuale configurazione dei mercati a livello sempre più globale richiede un approccio di questo tipo per poter rimanere competitivi. Chiudersi nel proprio angolo è una scelta che non può più portare a esiti felici.
  • Nuove opportunità: tutto quello che prima poteva essere chiuso, per ragioni monopolistiche o per barriere economiche d’ingresso, grazie all’economia collaborativa è più aperto. Crescono le opportunità di sviluppare dei nuovi business senza dover sostenere, nelle prime battute, investimenti ingenti.

Come si inserisce InClean in tutto questo?

Il nostro cammino verso la sostenibilità deve essere per forza caratterizzato dall’abbracciare questa nuova forma di economia. Ne abbiamo parlato nel nostro ecoblog citando alcune organizzazioni di economia collaborativa di cui siamo orgogliosamente partner.

  • Siamo membri di BNI (https://ecoblog.inclean.it/esperienza-inclean-bni-italia/) nei paesi in cui è presente la nostra azienda (ITALIA e SVIZZERA)
    • GIANMARIA CUNIBERTI MIGHETTI – INCLEAN ITALIA SBRL – BNI CAPITOLO FALETTI (ASTI)
    • RENATO CARUSONE – INCLEAN SAGL – BNI CAPITOLO SMARTICINO (LUGANO)
  • Abbiamo aderito a circuiti di moneta complementare come SardexPay, oltre ad esserne azionisti, e Linx i cui punti di forza sono la circolarità: rapporti, relazioni, contesti e comunità.
  • Siamo azionisti di LifeGate (https://ecoblog.inclean.it/inclean-diventa-azionista-di-lifegate/), la principale Public Company italiana, per lo sviluppo sostenibile perché porti avanti un concetto di sostenibilità fattibile e realizzabile nella vita di tutti i giorni. Parliamo di sostenibilità non solo ambientale ma anche umana, in linea con la nostra nuova mission.

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